Tecniche Calcio Balilla

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    La tecnica:
    La tecnica nel bigliardino deriva da caratteristiche fisiche come la velocità delle mani, la forza degli avambracci, i riflessi, la vista, la conoscenza dei tiri, tutte cose che si possono ottenere utilizzando una impostazione di base corretta ma che si migliorano solo con il tempo e l’esperienza.
    La prima cosa da fare bene è impugnare correttamente le mazzette, toccando con l’indice ed il pollice il ferro della mazzetta che va oltre l’impugnatura di plastica, in modo da avere una maggiore sensibilità, i giocatori nella posizione di riposo devono restare inclinati in avanti verso la porta avversaria e mai restare in posizione verticale, tale inclinazione, oltre a far assumere un atteggiamento più aggressivo alla propria formazione, farà si che quando si colpisce la palla la potenza sviluppata sarà maggiore. La velocità della pallina è importantissima in quanto soltanto se essa è veramente più veloce dell’occhio il portiere avversario non avrà il tempo per spostarsi e per pararla. I grandissimi giocatori riescono a tirare davvero forte ma solo le leggende metropolitane “rompono” i bigliardini.
    Ricordiamo che l’energia cinetica è: Ec=1/2 MV2 dove M è la massa e V la velocità, se applichiamo questa semplice legge al bigliardino scopriamo che essendo la massa della pallina e delle mazzette costanti, l’unica variabile in gioco resta la velocità con la quale il giocatore arriva a colpire la palla. La velocità non dipende solo dalla forza ma anche dalla escursione o rincorsa che il giocatore effettua prima di colpire, un buon tiro parte alzando il giocatore all’indietro per poi fargli fare almeno un quarto di giro prima di colpire la palla. Un errore che molti fanno e quello di accompagnare troppo la palla con il giocatore restando scoperti ad un eventuale contropiede, è invece importante riportare immediatamente il giocatore nella posizione di riposo che, come ho detto, non è quella verticale ma quella leggermente inclinata in avanti.
    Per incrementare la potenza si possono fare i tiri a mano aperta, dove l’impugnatura in plastica ruota sul palmo della mano dall’alto in basso effettuando oltre mezzo giro (180°) prima di colpire la palla, la difficoltà di questo modo di tirare è che si perde un bel po’ di tempo prima di impugnare nuovamente in modo corretto la mazzetta. Un errore di impugnatura madornale è quello che fanno alcuni portieri da spiaggia, ovvero impugnano il portiere con una impugnatura inversa con il palmo rivolto verso il basso. Tale impugnatura è scorrettissima e da evitare in ogni caso.
    Per quanto riguarda la posizione della pallina rispetto al giocatore notiamo che più essa è avanzata minore forza si riesce a dare, i migliori tendono sempre a colpirla in maniera più arretrata possibile, sia perché si riesce a dare maggiore velocità ed effetto sia perché in questo modo la distanza dal giocatore avversario che marca è la massima. Gli effetti che vengono trasmessi alla palla sono tutti effetti “buoni” - come si dice nel gergo del bigliardo - in quanto la palla mandata verso la sponda viene colpita a metà (mezza palla) e l’effetto di rotazione tende ad allargare gli angoli di rimbalzo e a mantenere la velocità. Mai colpire subito una pallina che sta ancora girando per l’effetto in quanto non è ben controllabile, bisogna prima fermarla e poi fare il nostro gioco.
    La velocità del palleggio ed il senso del ritmo sono caratteristiche che si apprendono solo dopo molti anni di gioco, ad essi sono legati essenzialmente l’estetica del gioco e la classe del giocatore e fanno la vera differenza tecnica. Imparare i tiri e le marcature principali non porta via molto tempo così come sviluppare istinto e velocità, ma il senso del ritmo è quel qualcosa che pone una barriera insormontabile per coloro che non sono naturalmente dotati. Bisogna sentire la palla come se fosse una parte di noi, anticipare il pensiero con l’istinto, e dare il ritmo giusto al palleggio ed al tiro, non bisogna palleggiare né troppo lentamente né troppo velocemente. Nel primo caso non si costruisce nulla, nel secondo l’avversario non fa in tempo a capire ciò che costruiamo e quindi agirà di istinto risultando più veloce di quanto potrebbe esserlo se invece costretto a pensare. Bisogna invece essere velocissimi nell’istante finale del tiro lasciando l’avversario interdetto per il cambio di velocità. Cambiare il ritmo al momento giusto per spezzare quello dell’avversario è qualcosa che si impara solo con l’esperienza e non è per tutti.
    Per quanto concerne i ruoli dei giocatori bisogna sottolineare che con il crescere del livello dei giocatori, le funzioni di attacco e difesa si confondono. A basso e medio livello gli attaccanti fanno i gol ed i portieri parano; ad alto livello i ruoli sono indistinti sia gli attaccanti che i portieri realizzano i gol così come sono entrambi responsabili delle marcature dell’avversario. Le partite tendono inoltre a durare molto in quanto è molto difficile fare gol per entrambe le parti ed in tale situazione di stress solo chi ha una psicologia più solida e sa cosa fare può vincere.
    Fatta questa premessa generale ora esamineremo separatamente i tiri e le marcature prima per i portieri e poi per gli attaccanti.

    La difesa:
    Il ruolo del difensore è sicuramente più stressante di quello dell’attaccante poiché mentre l’attaccante può permettersi dei momenti di relax o anche dei lunghi passaggi a vuoto, il portiere è costantemente sotto pressione e non può mai fermarsi. Di contro il suo unico vantaggio è che dà il ritmo al gioco allungando o accorciando la durata del palleggio prima del tiro. Per marcatura intendiamo uno schema di posizioni predefinite atte a difendere la porta. Esistono diversi tipi di marcature, la scelta dipende dallo stile e dalle caratteristiche del difensore. Ovviamente il metodo più naturale consiste nell’opporre alla pallina il nostro giocatore tenendolo in maniera avanzata verso la palla in modo da ridurre al minimo l’angolo a disposizione dell’avversario. In questo modo bisogna stare attenti ad una eventuale “doppietta” ovvero l’attaccante tira rapidamente contro il nostro giocatore, la palla rimbalza spostandosi e l’attaccante la ricolpisce segnando. Per ovviare a tale problema bisogna impugnare la mazzetta in maniera morbida di modo che la pallina non rimbalzi dopo aver colpito il giocatore. Un altro svantaggio è che si è vulnerabili al cambio di marcatura, se l’attaccante agisce trascinando la palla da un lato all’altro della sponda, ad un certo punto ci costringe a cambiare il giocatore che marca quando la mazzetta arriva a fondo corsa, in tale frangente, per quanto veloci possiamo essere lasciamo per un attimo la porta sguarnita. Per ovviare a tale inconveniente c’è una tecnica di marcatura che ci permette di usare un solo terzino, quello più in basso. La marcatura comunque sarà diversa per la parte alta e per quella bassa. In alto si chiuderanno tutti i possibili varchi stringendo i propri giocatori tra loro e formando una sorta di “V”. La posizione di base si ottiene naturalmente spingendo entrambe le mazzette a fondo corsa verso la parte alta del bigliardino, inclinando il portiere in avanti e i due indietro, come ho detto creando una sorta di “V”. Mano a mano che si procede verso il basso si aprirà la “V” fino a portare il giocatore ad opporsi alla pallina, proseguendo fino alla parte bassa. L’unica debolezza di tale tipo di marcatura é per i tiri a giro dell’attaccante con i tre verso la parte bassa. Per quanto riguarda la marcatura per i tiri che vengono dai cinque o dalla porta avversaria, la posizione sarà la stessa con l’unica differenza che la mazzetta dei due non si chiude mai indietro per fare la “V”, ma resta sempre in posizione avanzata. Si chiuderà solo per marcare i tiri a giro del portiere avversario che ovviamente arrivano dalla parte alta del bigliardino. I tiri dai cinque avversari vanno marcati in concerto con il nostro attaccante, coprendo lo spazio che resta tra i cinque. I tiri dalla porta vanno marcati invece in maniera slegata dal nostro attaccante, bisogna immaginare una linea che va dalla pallina al centro della nostra porta e posizionare i nostri giocatori in mezzo a tale linea per offrire la massima copertura con i due ed il portiere affiancati. Nel caso che il portiere avversario tiri a giro si marcherà come se il tiro provenisse dai tre dell’attaccante, chiudendo per la parte alta del bigliardino con la consueta “V”. La cosa più importante è avere una rapidità di movimento elevata, sviluppare la capacità di compiere piccoli spostamenti per marcare sempre nel modo migliore senza mai allargare o stringere troppo i due con il portiere, il nostro portiere poi deve essere pronto a slegarsi per poter prendere la pallina e, se questa arriva direttamente in porta, addirittura possiamo lanciarlo. Sviluppare un istinto alla parata è conseguenza dell’esperienza, se si conoscono bene i tiri esistenti si saprà anticiparli e non ci si troverà mai di fronte a cose nuove, se il portiere ha poi anche esperienza da attaccante saprà meglio capire ed anticipare quest’ultimo. Un'altra cosa da tenere sempre presente è il concetto di possesso di palla, non bisogna mai perderla durante il palleggio e, se riusciamo a trattenerla dopo una parata, sarà una palla in meno che l’avversario potrà giocare contro di noi. Ovviamente solo un portiere che ha molta sicurezza nei suoi mezzi brama ad avere sempre il possesso di palla mentre i meno forti ne hanno addirittura paura ed inconsciamente cercano di allontanarla dalla propria porta. Questo è un atteggiamento remissivo che porta solo alla sconfitta, meglio farsi auto-gol con un cattivo palleggio che dare la palla da giocare all’avversario. Analizzeremo meglio tale problematica nella seconda parte quando parleremo della psicologia del gioco.
    Il palleggio è una delle cose più importanti da sviluppare, come ho già detto lasciarsi scappare la pallina mentre si palleggia è uno di quegli errori che costano veramente caro, non solo nell’immediato ma anche perché ha pesanti ripercussioni psicologiche, pertanto sviluppare un palleggio sicuro e armonico è fondamentale. L’armonia ha a che fare con il ritmo, non bisogna mai variare la velocità se non nel momento in cui si tira, non bisogna avere un palleggio nervoso perché mantiene vigili gli avversari, bisogna invece ipnotizzarli, affascinarli con il nostro gioco per poi sferrare al momento opportuno il tiro. Il palleggio consiste essenzialmente di passaggi dal portiere ai due, nel far scorrere la palla dall’alto al basso delle sponde, nel fare delle finte girando intorno alla pallina in maniera oraria e antioraria mentre essa è in movimento, bisogna far capire all’avversario che la pallina la controlliamo noi e che essa fa solo ciò che gli facciamo fare. Mai fare i passaggi uno-due troppo velocemente, per eseguirli bene bisogna accompagnare la pallina accarezzandola senza farla sbattere contro i giocatori, non si deve sentire il rumore durante il palleggio in quanto la pallina non sbatte mai contro i giocatori ma vi si appoggia dolcemente. Ovviamente ci vogliono anni per sviluppare tale armonia di gioco, non bisogna pretendere di eseguire il tutto in maniera perfetta subito, l’unica cosa che bisogna invece pretendere è il possesso di palla a tutti i costi.
    Tutti i tiri dalla porta nascono dal palleggio, c’è un palleggio tipico per ogni tipo di tiro, nessun tiro parte con la pallina ferma. Ad eccezione dei i tiri di disimpegno di media velocità in diagonale, che non mirano a fare gol, ma solo a passare indenni i tre dell’attaccante, i tiri dalla porta mirano tutti a fare gol e vanno quindi tirati con il massimo della forza. Essi sono quasi tutti effettuati dai due, giocatore che sviluppa sicuramente più velocità del portiere, e si possono classificare in vario modo. Innanzitutto i tiri diritti e quelli a giro, i tiri a giro sono quelli che colpiscono prima una sponda e poi vanno in porta, i tiri diritti sono invece basati sulla velocità di esecuzione (doppiette, e sponde veloci, tiri di portiere) o sono effettuati “al cambio” nel senso che sfruttano il cambio di marcatura effettuato dall’attaccante quando deve cambiare il giocatore che marca perché la mazzetta è arrivata a fine corsa (Tiri al cambio propriamente detti e tiri in diagonale).
    Iniziamo con l’analizzare i tiri diritti basati sulla velocità di esecuzione. Questi tiri sono anche i primi che si imparano e sono quindi i più naturali. La doppietta consiste nel passare velocissimamente la palla dal portiere ai due, che la colpiscono senza esitazione e con la massima potenza. Il passaggio va eseguito in diagonale in modo da far passare poi la palla appena di lato ai tre dell’attaccante avversario. Spessissimo la doppietta è fatta partendo da una posizione centrale, palleggiando lentamente la palla dal portiere ai due e solo al momento opportuno tirandola in diagonale per poi colpirla. Ci sono ovviamente decine di variazioni e finte possibili, si può colpirla con entrambi i giocatori dei due e si può passarla ai due sia verso l’alto che verso il basso anche se la più facile risulta la doppietta che passa la palla verso il basso piuttosto che verso l’alto. Una doppietta male eseguita ci rende vulnerabili ad eventuali contropiedi avversari più che in altri tiri. E’ più difficile farla quando l’attaccante marca puntando i giocatori in quanto si ha meno spazio per passare e bisogna quindi spostare di più la palla. Di contro sviluppare una velocità notevole nell’esecuzione della doppietta fa si che essa diventi uno dei tiri più potenti a disposizione di un portiere e di sicuro molto più difficile da marcare di quanto si possa credere: un gol fatto di doppietta inoltre ha un peso psicologico notevole nell’andamento della partita in quanto demoralizza l’avversario e carica la squadra. I tiri di portiere sono altamente sconsigliati perché difficili da fare, altamente soggetti al contropiede e a rischio di autogol. L’unico modo valido per tirare di portiere è quando lo si fa dopo aver fintato un tiro a giro e la sua forza è basata quasi esclusivamente sull’effetto sorpresa. Anche qui bisogna dire che alcuni portieri sono dei “maghi” in tali tiri ma si tratta di una specializzazione rara da incontrare. Le sponde veloci sono quei tiri effettuati facendo sbattere la palla contro la sponda per poi ricolpirla al volo: in realtà il tiro fatto di sponda veloce è spesso inefficace e può essere utilizzato solo raramente per spezzare il gioco. L’unica variazione valida è la sponda veloce cortissima che si fa soprattutto quando gli attaccanti tendono a non marcare bene con i tre in quanto usano prevalentemente il tre centrale. La maggior parte delle sponde che si fanno si effettuano invece al cambio, quando l’attaccante deve sostituire il giocatore estremo dei tre con il centrale. I tiri al cambio così fatti sono basati su un palleggio abbastanza lungo, teso a stressare l’attaccante, per studiare bene la sua marcatura e capire quando cambia: se normale, anticipato o in ritardo. Si può anche fare una sponda veloce che sfrutti il secondo cambio e non il primo, anche se in questo caso la pallina perderà velocità e traiettoria a causa della maggior distanza. La difficoltà delle sponde è nel far scorrere la pallina in maniera perfetta, perché la maggior parte dei biliardini pende e la palla tende a scorrere o verso l’interno o verso l’esterno. Ci sono due modi per fare una buona sponda, il primo consiste nel colpire la palla quando si trova esattamente in posizione verticale sotto la mazzetta, in questo caso bisogna essere altrettanto veloci nello spostare il giocatore per evitare che la palla lo colpisca subito dopo il rimbalzo dalla sponda. L’altro modo consiste nel colpire la palla quando è in posizione arretrata rispetto al giocatore e nello schiacciarla contemporaneamente verso la sponda mentre si alza il giocatore, occorre molta coordinazione ma la pallina fa una sponda più veloce e resta meglio dritta. L’altra famiglia dei tiri al cambio comprende quelli fatti in diagonale. La palla viene passata dal giocatore alto dei due al portiere e da questi all’altro giocatore dei due in modo da farlo capitare nel posto dove l’attaccante cambia il giocatore centrale con quello laterale per la marcatura. La diagonale va indirizzata non al centro delle porta avversaria ma al palo estremo. E’ un tiro difficile da fare correttamente in quanto complesso: è, se vogliamo, una specie di doppietta dove il passaggio del portiere ai due è molto più inclinato e quindi più lento, per questo bisogna cercare di smarcarsi al cambio altrimenti si subirà il contropiede avversario nove volte su dieci.
    I tiri a giro sono l’ultima categoria di tiri da esaminare, probabilmente sono i più importanti soprattutto nelle partite di alto livello, dove i portieri eseguono quasi esclusivamente questo tipo di gioco. Tali tiri sono effettuati con il massimo della forza e sono pertanto molto violenti. Pochi riescono ed eseguire correttamente tale tipo di tiro alla velocità necessaria ma coloro che ci riescono hanno a disposizione un’arma terribile. Il fatto che sia un tiro non diretto, ma di sponda, permette al portiere di tirare senza esporsi mai al rischio di un contropiede. Anche se è facile capire quando un portiere sta per tirare a giro, la traiettoria della pallina risulta tutt’altro che prevedibile, in quanto il grande effetto, unito alla estrema velocità di esecuzione, fa si che il tiro risulti difficilmente parabile. Esistono diversi tipi di tiro a giro, ma il più efficace è sicuramente quello effettuato colpendo la palla nei pressi della sponda lunga appena dopo le stelle laterali disegnate sul bigliardino. Si colpisce la palla in maniera molto arretrata, in testa, spesso si cambia anche impugnatura per eseguire correttamente tale tiro, facendo ruotare l’impugnatura all’indietro. Bisogna colpire all’incirca mezza palla mandandola verso la sponda lunga del bigliardino ad eseguire il rimbalzo poco prima dei cinque del proprio attaccante, anche se è possibile tirare sia anticipatamente che in ritardo, la palla spesso tende anche a sollevarsi dal piano, sia a causa del fatto che viene letteralmente schiacciata sul vetro del bigliardino a causa del forte colpo in testa, sia a causa del rimbalzo sulla sponda che come sappiamo presenta una piano inclinato in plastica giusto alla base. Questo suo volare la fa passare sia dietro i cinque dell’attaccante avversario sia attraverso la chiusura a “V” del portiere . Il tiro così descritto sembra facile da eseguire ma vi assicuro che è di una difficoltà estrema farlo in maniera corretta. Altri tipi di tiro a giro possono essere eseguiti da quasi tutte le posizioni del bigliardino ma sono sicuramente più difficili a causa dei diversi angoli necessari, la cosa migliore da fare è quella di usare un solo tipo di tiro a giro e usare solo quello in modo da automatizzare la sua esecuzione e cercare di migliorarlo giorno dopo giorno. I rischi del tiro a giro possono essere elevati se lo si esegue male. Può rimbalzare sui cinque avversari e ritornare direttamente in porta oppure se si sbaglia l’angolo di incidenza sulla palla addirittura subire un contropiede dai tre, o anche farsi autogol.

    L’attacco:
    Mentre un portiere può supplire alla mancanza di tecnica con la potenza e con i riflessi, un attaccante per definirsi valido deve avere una tecnica ineccepibile. Egli si trova a giocare nel corso della partita molte meno palline di un portiere, solo quelle che riesce a stoppare o a rubare agli avversari e deve pertanto saper sfruttare al massimo le poche occasioni che gli si presentano. Deve avere un controllo di palla eccezionale, sia per stopparla quando necessario, sia per fare i giochetti necessari per poter sorprendere un portiere. Inoltre deve saper marcare sia il portiere avversario che i cinque dell’attaccante rivale. Se sa marcare bene i tiri dei portieri ha però un effetto straordinario sull’andamento della partita in quanto riesce ad annichilire psicologicamente molti portieri facendoli letteralmente crollare.
    La marcatura può essere effettuata in vari modi ed è in funzione dei di tiri che fa il portiere avversario. Si possono tenere i giocatori fermi “puntandoli” letteralmente contro la porta avversaria, i tiri del portiere in questo caso più forti saranno più veloce la pallina tornerà indietro prendendolo in contropiede. Il secondo modo è quello di oscillare i giocatori avanti ed indietro in modo da effettuare un contropiede quando arriva la pallina. Muoverli continuamente alla lunga stanca, meglio tenerli fermi e a farli vibrare solo al momento giusto. E’ possibile anche fare questo gioco con i cinque, in maniera ancor più efficace perché imprevedibile. Per quanto riguarda il posizionamento vero e proprio, la marcatura “classica” prevede che il giocatore centrale dei cinque sia posizionato centralmente, piegato in avanti, e non vada mai spostato se non per marcare un tiro a giro. I tre invece seguono la pallina durante il palleggio del portiere e il cambio di marcatura. Quando si cambia da un giocatore ad un altro bisogna essere rapidi e precisi, facendolo qualche volta anticipatamente altre volte in ritardo, allo scopo di confondere l’avversario. A volte risulta però necessario cambiare marcatura per coprire meglio i tiri avversari. Contro la doppietta la marcatura classica risulta infatti inefficace anzi, facilita la vita al portiere avversario. Bisogna quindi usare una tecnica diversa: i cinque vengono spostati dal centro che viene lasciato scoperto, solo il tre centrale coprirà il tiro diretto. I tre ed i cinque in questo caso agiranno sempre insieme in maniera coordinata coprendo al massimo il passaggio centrale, il portiere cercherà di fare una doppietta più larga ma sarà più lento poiché la palla dovrà fare più strada. Contro le sponde veloci, i tiri di portiere e contro tutti i tiri basati sulla velocità, l’attaccante è sempre più rapido del portiere nel seguire la palla. Il portiere ha solo il vantaggio della sorpresa cui l’attaccante deve contrapporre l’esperienza. Le difficoltà insorgono con i tiri effettuati al cambio. Qui l’attaccante deve sviluppare una fermezza ed una velocità nel cambiare che si acquisiscono solo dopo molto tempo, molti portieri poi tendono a stressare l’attaccante esasperando la lunghezza del palleggio prima di tirare, qui l’attaccante deve solo saper aspettare. I tiri a giro sono i più ostici da essere marcati in quanto imprevedibili nella traiettoria. Ci sono due modi per farlo uno statico l’altro dinamico. Il primo consiste nel portare, quando il portiere effettua il tiro, sia i tre che i cinque a fondo corsa contro la sponda verso la quale la palla rimbalza, il secondo molto più difficile necessita di una grande coordinazione. Bisogna tenere i cinque all’indietro e spostarli sia in avanti che lateralmente in maniera velocissima proprio nel momento in cui passa la palla. Ovviamente se la pallina viene dalla sponda alta si tireranno dall’alto al basso, il contrario se il giro viene dal basso. Questo secondo metodo è molto più difficile oltre che faticoso e non va usato se non si sanno fare i tre-cinque in diagonale come spiegherò in seguito, infatti se siete troppo lenti e scoordinati sguarnisce la sponda lasciando via libera all’avversario. Per marcare i cinque bisogna puntare i propri giocatori e seguire attentamente il cambio. Anche l’attaccante, così come il portiere, deve essere creativo e prendere di sorpresa l’avversario, non solo con un ampio repertorio di tiri, ma anche cambiando tipologia di marcatura mantenendolo così costantemente sotto pressione. Inoltre deve saper portare bene con i tre la palla da una sponda all’altra, saperla fermare, colpire e girarci intorno, con tutti e tre i giocatori. Deve sapere anche passare la palla dai cinque ai tre passando attraverso i cinque avversari, per poi stopparla con i tre. Queste cose per un attaccante risultano essere difficili in quanto a differenza del portiere non può aiutarsi con l’altra mazzetta nel palleggio, per questo la pendenza dei biliardini lo infastidisce maggiormente. Una della armi più efficaci per l’attaccante sono le bordate che può lanciare dai propri cinque, soprattutto quelle non effettuate dal centro perché facilmente prevedibili, ma dai lati in diagonale, sono tiri che vengono da lontano, sono molto veloci e la diagonale non è facilmente prevedibile in quanto basta un piccolo spostamento del giocatore mentre tira per variare di molto la traiettoria. Dai cinque bisogna cercare di tirare al volo tutte le volte in cui c’è l’occasione, di effettuare molte finte se invece la palla e lenta e prevedibile. Se invece è ferma abbiamo diverse possibilità: la prima è quella di passare ai tre per poi tirare al volo o stopparla, la seconda è quella di rimetterla in gioco contro la sponda per poi tirare ma mai al centro in quanto troppo prevedibile. Dopo aver rimesso la palla in gioco si può anche tirare a giro con i cinque, spesso in maniera molto efficace.
    Quando la palla è ai tre è che interviene tutta la perizia e la tecnica dell’attaccante. Innanzi tutto bisogna ricordare che solo i tiri effettuati da una posizione che sia la più arretrata possibile sono i più efficaci a causa del maggior angolo a disposizione. I tiri di sponda veloce dai tre, detti talvolta anche “cinese”, sono una delle famiglie di tiri più varie e sviluppate e sicuramente la migliore arma a disposizione dell’attaccante. La velocità di esecuzione è alla base di tale tiro anche se esistono delle varianti che fanno uso di un passaggio di palla lento e sfruttano gli errori di posizione di portieri, molto più numerosi di quanto si creda, anche fra grandi giocatori. La tecnica per tirare la pallina contro la sponda è la stessa utilizzata dalla porta, il modo con palla a verticale e quello a palla schiacciata. Quello a palla schiacciata è migliore poiché l’altro è troppo lento per un portiere bravo. Il giocatore laterale dei tre schiaccia la palla ed il centrale la colpisce, il portiere pur sapendo quale tiro dovrà parare non potrà muoversi in anticipo per poter marcare, eventualmente, il tiro in diagonale. Molti attaccanti infatti fanno finta di fare una sponda veloce centrale solo per far spostare il portiere ed infilarlo in diagonale. Anche il tipo di bigliardino influisce perché su alcuni non è possibile schiacciare la palla bene a causa del tipo di sponda, su altri la pendenza lo rende troppo difficile, altri ancora hanno la salita alla base della sponda non perfetta e la pallina si alza troppo. Un’altra variante è il tiro a giro con i tre, si sfrutta meglio soprattutto se il portiere para opponendosi ai tre e non chiudendo con la “V”, il giro è molto stretto e non potentissimo ma di precisione, se ben fatto la palla rimbalza sulla sponda superando la difesa e solo il portiere può intervenire con difficoltà. Si può anche sfruttare, quando il portiere para a “V” il piccolo passaggio che a volte resta nella “V”, tirando di precisione, questo tiro dipende dal bigliardino e da quanto serrano i giocatori. Gli attaccanti che poi sanno ben giocare con la pallina e hanno un controllo perfetto possono cercare di realizzare i gol lavorando molto la palla, effettuando lunghe sponde da una parte all’altra del bigliardino e giocando molto sulle finte. Tale tipo di gioco opera sulla pressione psicologica che riesce a mettere al portiere e che spesso lo porta a commettere errori di marcatura.
    Un bravo attaccante deve essere abile nei passaggi dai cinque ai tre con relativo tiro al volo, la palla che parte dei cinque deve preferibilmente effettuare una diagonale abbastanza inclinata in modo che quando arriva sui tre possa essere colpita sia in maniera anticipata che ritardata. Molto efficaci sono anche i passaggi che dal centro dei cinque vanno ai giocatori laterali dei tre per poi ritornare al centro, ci sono punti dai quali il tiro in porta risulta essere più efficace di altri. In questo tipo di gioco se l’attaccante riesce a passare dai tre ai cinque e poi di nuovo ai tre sfruttando l’effetto sorpresa egli infastidisce notevolmente l’avversario. Le “palle mute” sono quei tiri effettuati con passaggi dai cinque ai tre, non molto veloci, ma con un ritmo particolare, che risultano molto difficili da essere parate. Un’altra categoria di tiri è quella dei tre-cinque, dove il passaggio avviene dai tre verso i cinque in maniera velocissima tanto che, se l’attaccante non aggancia con i cinque, l’autogol è molto probabile. Tali tiri vanno effettuati soprattutto se l’attaccante avversario non abbassa i cinque quando noi abbiamo la palla sui tre, anche se è possibile fare tre-cinque attraverso i cinque dell’attaccante avversario, seppur con maggior difficoltà. Tale rischio costringe gli attaccanti a mantenere i propri cinque sempre abbassati e con la mano morbida per evitare doppiette contro i propri giocatori. Il tre-cinque classico è quello che viene effettuato dal tre centrale al cinque centrale. La posizione di partenza del tre-cinque è la solita descritta, entrambe la mazzette devono essere inclinate in avanti, cosa che può apparire innaturale in quanto si pensa che i cinque partano alzati per poi abbassarsi a colpire la pallina. Essi invece eseguono lo stesso movimento dei tre esattamente quando questi tirano, spostandosi prima indietro per poi tornare in avanti a colpire la pallina. Bisogna pensare alle due mazzette come se fossero legate tra loro. Tale movimento è comunque unico e non slegato in quanto il nostro polso lo esegue a tutta velocità in modo naturale. Gli errori più comuni che si commettono nel fare questo tiro sono dovuti soprattutto alla paura di sbagliare. Migliori sono i tre-cinque in diagonale che possono essere fatti anche a velocità minore, sono ovviamente più difficili, la pallina viene presa con il sistema dallo scorrimento, come per la marcatura del giro dinamica spiegata precedentemente, bisogna infatti dopo aver tirato indietro far scorrere i propri cinque dall’alto in basso o dal basso verso l’alto a seconda della posizione dalla quale sono eseguiti, esattamente durante il movimento che eseguono per colpire la palla passando dalla posizione arretrata a quella avanzata. Lo scorrimento fa si che la probabilità di colpire la pallina aumenti di molto. I tre-cinque servono soprattutto per costringere l’attaccante avversario a restare sempre all’erta per controllare i nostri eventuali tiri all’indietro, la coordinazione necessaria che viene sviluppata per eseguirli fa si che aiuti ad eseguire meglio tutti i tiri che si possono fare dai cinque, inoltre anche nelle partite di alto livello di tanto in tanto vengono usati per sorprendere l’avversario.

    Considerazioni finali
    La tecnica ed i tiri descritti nei paragrafi precedenti sono frutto dell'esperienza personale accumulata nel tempo; ovviamente esistono molti altri tiri anche se nella maggior parte dei casi sono soltanto delle piccole variazioni dei tiri sopra descritti oppure sono diversi semplicemente perché nascono da un tipo di palleggio particolare che li distingue. Non è necessario saperli fare tutti, ognuno di noi è più portato verso alcuni, sia per simpatia che per predisposizione. Un consiglio è quello di osservare sempre i giocatori più forti per capire come li eseguono, ricordandosi sempre che anche loro commettono errori ,che tutti i tiri sono migliorabili e che dobbiamo applicarli al nostro stile e modo di giocare e mai imitarli in maniera pedissequa. Costruire un proprio stile è molto importante perché funzione dei tiri che sappiamo fare meglio. Non bisogna poi mai usare tutti i tiri nella stessa partita ma amministrarli con parsimonia, variando molto il proprio gioco per non dare mai l’impressione all’avversario che abbia già visto tutto quello che sappiamo fare. Tenersi un tiro particolare, il migliore che sappiamo fare da usare solo per le situazioni di emergenza come per l’ultimo gol o per annullare un vantaggio. Saper fare bene la maggior parte dei tiri ci aiuterà quando ci troveremo a giocare su biliardini diversi da quelli cui siamo abituati, dove alcuni tiri riescono meglio di altri che possono risultare impossibili. Mai lamentarsi di un bigliardino, ma pensare che sono solo delle caratteristiche che noi dobbiamo saper sfruttare meglio del nostro avversario. Anche il “bigliardino che pende” è una leggenda da sfatare, tutti i bigliardini pendono, e la pendenza favorisce alcuni tiri e ne sfavorisce altri. Bisogna ricordarsi che siamo noi che giochiamo a bigliardino e lo comandiamo e non ne dobbiamo mai esserne succubi. Il livello delle partite e la tipologia dei giocatori influenza molto la scelta dei tiri: bisogna capire a cosa sono più vulnerabili, cosa evitano, cosa ricercano, portarli su un terreno scomodo e far adattare loro al nostro gioco e non noi al loro.
     
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